Inside Steps

Immerso in questa selva di gambe frettolose, un magma soffocante cerca di inghiottirmi. In preda al panico di chi si sente già soccombere all’omologazione, cerco di astrarmi, di osservare dall’esterno il pericolo, e prevenirne gli effetti. Questi sguardi anonimi, sprofondati nel vuoto, sembrano non percepire alcun ostacolo davanti a sé, attraversandomi, come fossi aria.

“Le mie osservazioni furono, da principio, astratte e generiche. Cominciai col considerare i passanti sotto il loro aspetto di massa e avendo la mente solo ai loro rapporti collettivi. Ma venni dipoi, e gradualmente, ai particolari e m’applicai in un minuto esame allo scopo di vagliare la diversità dei tipi dai loro vestiti, dall’aspetto, dall’andatura, dai volti e dall’espressione, infine, delle loro fisionomie. Eran, la maggior parte, uomini dall’aria soddisfatta e pacifica di chi fa professione d’affari e sembravano occupati a null’altro che ad aprirsi un varco tra la ressa. Colle sopracciglia aggrottate, movevano qua e là gli occhi, vivacemente, e se accadeva che qualcuno li urtasse, senza tuttavia impazientirsi, si raggiustavano i panni e tiravano innanzi. Altri, anch’essi in gran numero, avanzavano inquieti, col volto paonazzo e, in mezzo a ogni sorta di gesticolazioni, parlavan tra sé come se fosse proprio quella infinita moltitudine a farli sentir soli con loro stessi. “ (L'uomo della folla - Edgar Allan Poe)

Come in uno zoo, osservo le fiere senza destino, ed il timore iniziale si trasforma quindi in perverso piacere; mi piace questa sfida all’indifferenza, è assimilabile al godere del loro essere imprigionati, un deliberato atto di sadismo. Io, osservatore esterno libero e cosciente; loro, incapaci di distinguersi, travolti da una volontà superiore, come burattini. Con approccio compassionevole mi riservai quindi di ritrarre questo groviglio di inutili direzioni.